Modalità della censura

In Italia la censura è implementata dagli Internet Service Provider con uno o entrambi di questi sistemi, a seconda delle circostanze. Altri soggetti, come per esempio le aziende, non sono tenuti ad adempiere e quindi molte reti aziendali non risentono del problema.

Falsificazione del dominio
L'ISP configura i name server usati dai propri clienti in modo che rispondano che il dominio non esiste, oppure che dirigano la richiesta verso specifici server web contenenti una pagina di errore.
Intercettazione del traffico verso l'IP
L'ISP agisce sulla propria rete in modo che il traffico diretto al IP del server che ospita il sito censurato non sia inoltrato a destinazione.

AAMS prevede la censura solo di domini, mentre la lista del CNCPO può contenere sia domini che IP. I provvedimenti di sequestro emessi dall'autorità giudiziaria hanno richiesto la censura di domini e/o di IP, a seconda dei casi.

Per incoraggiare la trasparenza, in occasione del lancio del CNCPO nel 2008 ho sviluppato e pubblicato il kit censura. È un insieme di programmi che aggiornano e gestiscono automaticamente le varie sorgenti di siti da censurare e sono usati da molti ISP italiani.

Come evitare la censura

Per accedere a un sito di cui è stato bloccato solo il dominio è sufficiente usare name server diversi da quelli dei provider (anche semplicemente installandone uno sul proprio computer), altrimenti è possibile usare un servizio straniero di proxy o VPN.

Questi servizi sono largamente usati per moltissimi altri scopi e non è plausibile che ne venga impedito l'uso.

Questi pochi link hanno solo lo scopo di mostrare come la censura di Internet non possa funzionare perché è sempre facilmente aggirabile anche da persone senza particolari capacità tecniche: naturalmente i più esperti conosceranno già molti altri metodi.