Provvedimenti dell'autorità giudiziaria

Alcuni siti sono censurati in seguito a specifici provvedimenti dell'autorità giudiziaria. I decreti di sequestro sono inviati via fax agli ISP, ma non esiste una lista canonica dei destinatari e non tutti li ricevono sempre.

In genere, in questi casi l'utente non viene reindirizzato a un apposito sito di spiegazioni e quindi può non rendersi conto che il sito che voleva visitare non funziona perché è stato censurato.

Al momento non risulta che alcuno dei procedimenti penali relativi sia arrivato a un rinvio a giudizio.

È disponibile un feed ATOM di questi provvedimenti.

IP

È richiesta la censura anche del IP associato al dominio.

IP futuri

È richiesta la censura anche degli IP che saranno associati al dominio in futuro.

ND

Non ho potuto esaminare il decreto di sequestro.

Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Nel dicembre 2013 l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha emanato un Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica, con cui si è organizzata per censurare siti ritenuti violare il diritto d'autore.

Questa lista contiene 27 siti, che sono elencati in una pagina dedicata.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS)

La legge finanziaria 2006 ha stabilito l'obbligo per gli Internet provider italiani di censurare un elenco di siti di gioco d'azzardo di aziende non autorizzate in Italia, pubblicato dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (incorporata dal agosto 2012 nell'Agenzia delle Dogane). Questo è stato l'inizio della censura di Internet in Italia.

L'elenco dei siti censurati è reperibile sul sito di AAMS.

Sembrano elencati non solo siti che permettono il gioco, ma anche portali con link e pubblicità.

Questa lista contiene 4329 siti.

Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online

Nel gennaio 2007 il Ministro delle comunicazioni ha firmato il decreto attuativo della Legge 38 del 6 febbraio 2006 (detto Decreto Gentiloni), che ha istituito presso il Ministero dell'interno una struttura denominata Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete INTERNET con tra i propri scopi la gestione un elenco di siti che devono essere censurati dagli Internet Provider italiani.

L'elenco dei siti censurati è accessibile solo agli ISP accreditati e la Polizia ritiene che sia illegale divulgarlo, ma nel 2009 una copia è stata pubblicata da Wikileaks.

Questa lista contiene 1392 siti.